[133] VILLA RIGHI-HERMAN-CARLOTTI-MIARI-MENEGUZZO DI MONTEBELLO (detta villa MIARI)
Abbiamo già trattato questa villa poco più di un anno fa, dal punto di vista di Vittoriano Nori. Abbiamo qui anche la testimonianza del nostro compaesano Bruno Munaretto, che dal suo libro “Memorie storiche di Montebello Vicentino” pubblicato nel 1932, ci racconta, in breve, la storia della villa Miari di Montebello.
Questa villa anticamente era proprietà del Nobile Righi di Vicenza, il quale, circa il 1845, la vendette al signor Antonio Zanuso di Montebello. Questi, negli anni 1847-1848 la cedette, come alloggio, agli operai che lavoravano nella costruzione della strada ferrata, per cui ben presto fu ridotta in uno stato pietoso e, solo più tardi, quando nel 1850 passò in proprietà della Baronessa Francesca Herman, fu restaurata e modificata.
È deplorevole però che in quella circostanza sia stata demolita la bella loggia di stile ionico che sorgeva a tramontana. Sopra il timpano della facciata principale che prospetta verso mezzogiorno, figurano tre statue e cioè quella nel mezzo rappresentante Ercole, quella a destra Mercurio e quella a sinistra Saturno.
Questa villa dalla Baronessa Herman, per via di compera, nel 1870 passò ai Conti Mocenigo, nel 1890 alla Marchesa Anna Miari Carlotti e, finalmente, nel 1922, al Conte Ludovico Miari attuale proprietario (il Munaretto scrive queste note storiche nel 1932 n.d.r.), il quale fece collocare, ai lati della gradinata d’ingresso, le due statue rappresentanti l’una Adamo e l’altra Eva; statue che furono tolte dalla villa già dei Miari all’Anconetta presso Vicenza (in tempi più recenti, queste due statue, furono aggiunte alle tre che coronano il timpano della villa n.d.r.).
La villa che sorge in collina, è circondata da parco e da giardino. Lo stabile che serviva ad uso di scuderia posto nella parte più bassa del colle ha un porticato con colonne doriche. Ivi presso, sulla seconda metà del secolo scorso, sorgeva una villa con loggia e terrazza scoperta, la quale fu restaurata nel 1717 da Cristoforo Castellani, come lo dice la seguente iscrizione: « Habens hoc aedificium – Cristophorus Castellanus – Comodiori et venustiori structura Reparavit – Anno salutis MDCCXVII ». Questa villa però più non esiste, perché incendiata nel 1869, essendone proprietario Antonio Conforti.
Immagine: Villa Miari in una immagine artistica del 2014 (APUR – Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
SALVIAMO VILLA MIARI …
Se questa villa ti ha regalato un’emozione votala nel sito del FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO. Tutti insieme possiamo salvarla! |
Nota:
Per chi è interessato, da parecchi anni è stato istituito un premio letterario per scrittori di testi Poesia e Prosa nei dialetti di Lingua Veneta: si chiama “Premio letterario Raise 2019” e si tiene ad Arquà Polesine nel mese di settembre. Anche il nostro Lino Timillero vi ha partecipato l’anno scorso con grande soddisfazione.
E’ possibile scaricare qui il Bando 2019.
AI LETTORI:
Quanti volessero collaborare per la redazione del notiziario con articoli o segnalare argomenti di particolare interesse, notizie, curiosità, proverbi locali, foto, cartoline d’epoca, etc., sono invitati a mettersi in contatto con l’Associazione.
Se hai FACEBOOK e l’articolo ti ha soddisfatto metti MI PIACE
Oppure lascia un commento qui sotto…
Bravo Umberto!
Un bel Ciao da Lino e dall’Australia!
Ma certo che Deve essere Salvata… É Una meraviglia… 🌺🌺🌺
Semplicemente Salviamola… 💞💞💞
Chiedo se è possibile fotografarla
– Perché il proprietario non la tiene chiusa a chiave per evitare ulteriore scempio.
– Perché non ci possa essere una collaborazione col Comune o privati per tenere almeno il giardino e la scalinata in ordine e fruibile ai turisti, (anche questo è un modo per salvarla).
– Non so quanto sia il valore della Villa, ma ipotizzando 2 milioni di Euro, con 330€ per abitante potremmo comperarla Tutti noi. Sarà un’utopia, ma come ci si comperava in passato un inginocchiatoio in chiesa, perché no? Ovviamente anche l’Amministrazione dovrebbe fare la Sua parte, perche molti non aderirebbero ovviamente! Non paliamo di salvare una cosa qualunque, ma una delle 4-5 ? cose più preziose di Montebello.