UNA CURVA MORTALE

UNA CURVA MORTALE

[400] UNA CURVA MORTALE
Una cronaca di tragedie e speranza

CosΓ¬ scriveva il Corriere della Sera del 7 ottobre 1967 in riferimento alla strada statale 11 all’altezza della cosiddetta “curva de Maieto“, a Montebello Vicentino:
Β« Una curva mortale. Ippocastani scortecciati, paracarri divelti o spezzati, autovetture accartocciate, autocarri ribaltati, autotreni che riversano Il loro carico sulla strada: Questi e altri incidenti spesso mortali si ripetono con sconcertante frequenza nella tristemente famosa curva dl Montebello Vicentino. Intervento dl autoambulanze, carri attrezzi, polizia, carabinieri col solito rito dei rilievi constatazioni, Interruzioni, misure, documentazioni fotografiche: ma ben altre misure si richiedono. Anzitutto quelle elementari di prevenzione rafforzando la segnaletica. Quanto agli autisti che si accingono ignari ad abbordare la curva, specie se viscida per la pioggia, non Γ¨ da addebitare loro Integralmente lo scarso uso di prudenza. I paracarri, scrupolosamente rimpiazzati dopo ogni incidente, persistono inconsapevoli ad assolvere all’ingrata e assurda funzione di baluardi invalicabili e micidiali. E gli incidenti si ripetono con angosciosa allucinante monotonia sulla curva di Montebello Vicentino detta ormai β€œla tomba degli autisti”. Β»
Nel 1920, Igino Peruffo, sindaco di Montebello Vicentino dal 1920 al 1923, decise di modernizzare le infrastrutture del paese, inclusa la costruzione della circonvallazione. Questo progetto, sebbene nato con buone intenzioni, si rivelΓ² col tempo una trappola mortale. La cosiddetta “curva de Maieto”Β situata nei pressi dell’ex ristorante β€œAlla Stazione”, di Cesare Maggio, divenne famigerata per la sua pericolositΓ .
Arrigo Peruffo, figlio dell’ex sindaco, in un’intervista rilasciatami nel 2014, ricordΓ² come suo padre avesse avuto grandi speranze per la circonvallazione. β€œMio padre voleva migliorare la viabilitΓ  e ridurre il traffico nel centro del paese,” disse Arrigo β€œnon poteva immaginare che quella curva sarebbe diventata una delle piΓΉ pericolose della regione.”
Gli incidenti su quella curva rovinosa sono stati così frequenti da diventare un triste rito quotidiano per i soccorritori locali.
Le immagini dei disastri stradali erano quasi sempre le stesse: auto accartocciate, camion ribaltati, carichi sparsi sull’asfalto. E sempre, a ogni incidente, il solito rituale: intervento di ambulanze, carri attrezzi, polizia e carabinieri. Ma la vera tragedia era l’inevitabilitΓ  di questi eventi.
Molti fattori contribuirono a rendere quel tratto di strada a gomito così pericoloso. La segnaletica inadeguata, la scarsa visibilità nelle giornate di pioggia e la manutenzione insufficiente della strada erano solo alcune delle cause. Ma forse il problema più grande era la conformazione stessa della curva: stretta e con un angolo tale da sorprendere anche gli autisti più cauti.
Nel corso degli anni, vari tentativi sono stati fatti per migliorare la sicurezza della curva. Furono installati paracarri e segnali di avvertimento, ma nulla sembrava sufficiente. Ogni volta che un incidente accadeva, i paracarri venivano sostituiti, solo per essere nuovamente distrutti poco dopo. Le autoritΓ  locali erano impotenti di fronte a quella che sembrava una maledizione.
Solo a partire dagli anni β€˜80, dopo altri tragici incidenti, le autoritΓ  regionali decisero di intervenire in modo piΓΉ deciso. Venne ridisegnata la curva, allargata la strada e migliorata la segnaletica. Sebbene questi interventi avessero ridotto il numero di incidenti, la reputazione della β€œcurva mortale” rimase.
Oggi, la “curva di Maieto”Β Γ¨ ancora lΓ¬, testimone silenziosa di decenni di tragedie. La strada Γ¨ piΓΉ sicura, ma il ricordo di tutte le vite perse Γ¨ ancora vivo nella memoria della comunitΓ .
La storia della curva di Montebello Vicentino è un monito su come le buone intenzioni possano portare a conseguenze inaspettate e tragiche. È anche un esempio di come la determinazione di una comunità possa portare a cambiamenti significativi. Mentre guardiamo al futuro, è essenziale ricordare le lezioni del passato e continuare a lavorare per strade più sicure per tutti.

Umberto Ravagnani

FONTI: Intervista ad Arrigo Peruffo nel 2014 e Corriere della Sera del 7 ottobre 1967.
FOTO: La famigerata “curva de Maieto” in una cartolina postale degli anni 40 del Novecento (collezione privata Umberto Ravagnani).

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