[398] MEMORIE DI ZONDERWATER
Un racconto di prigionia e speranza nella Seconda Guerra Mondiale
Oggi vi raccontiamo una storia poco conosciuta della Seconda Guerra Mondiale, che si svolge in un campo di prigionia molto lontano dallβItalia, a Zonderwater, in Sudafrica. Questa vicenda ci viene narrata dalla nostra concittadina Elisa Longarato, che negli ultimi anni ha dedicato tempo e passione a raccogliere testimonianze e notizie per ricostruire la prigionia di suo padre Vittorio in quel luogo.
Elisa ha partecipato, il 21 marzo 2024, a un evento organizzato dalla ‘The University of Sidney‘ e dalla ‘New York University‘ che si Γ¨ tenuto al ‘John D. Calandra Italian American Institute‘ di New York, collegandosi in remoto da casa sua. In quell’occasione, ha raccontato con emozione e in inglese la storia della prigionia di suo padre Vittorio in Sudafrica durante la Seconda Guerra Mondiale. Ha descritto le difficili condizioni di vita, la lontananza dalla patria e dagli affetti e come suo padre e i suoi compagni riuscirono a trovare forza e speranza in una situazione cosΓ¬ disperata.
Circa un mese dopo, Elisa Γ¨ stata invitata in persona a un altro evento a New York che si Γ¨ svolto in due giorni. Il 23 aprile 2024 presso il ‘Center for Italian Modern Artβ (CIMA ) e il 24 aprile presso la ‘NYU Casa Italiana Zerilli-MarimΓ²‘. Il primo giorno, l’evento era intitolato βPreservare i ricordi della prigionia di guerra e la loro ereditΓ ” e aveva l’obiettivo di mantenere viva la memoria di queste esperienze dolorose ma significative. Durante questo incontro, Elisa ha riproposto, insieme ad altri testimoni collegati da vari Paesi del mondo, la storia di suo padre Vittorio, condividendo aneddoti e dettagli che hanno reso la narrazione ancora piΓΉ intensa e coinvolgente.
Il secondo giorno il tema era ‘Suoni di prigionia: Musica dei prigionieri italiani durante la seconda guerra mondiale‘. Dopo la presentazione e il concerto del Maestro Francesco Lotoro su musiche composte in prigionia, si Γ¨ tenuta una lezione con gli studenti della New York University. I ragazzi hanno osservato con attenzione i libri, le lettere, gli oggetti che Vittorio si era portato dalla prigionia; in particolare il banjo-mandolino costruito con mezzi di fortuna lavorando di notte. Hanno espresso le loro opinioni e fatto domande alle quali Elisa ha risposto raccontando particolari della vita in guerra e prigionia di suo padre. Elisa Γ¨ stata molto colpita dall’interesse sulla storia dei prigionieri italiani dei ragazzi βamericaniβ provenienti da vari paesi del mondo.
La testimonianza di Elisa Γ¨ fondamentale per mantenere vivi i ricordi delle difficoltΓ affrontate dai prigionieri di guerra e per comprendere meglio la nostra storia collettiva. Lβimpegno di Elisa nel preservare questi ricordi rappresenta un omaggio alla resilienza e al coraggio di suo padre e di tutti coloro che hanno condiviso la sua sorte. Grazie a persone come Elisa, queste storie non vengono dimenticate e continuano a ispirare le generazioni future, ricordando a tutti noi il valore della memoria e dellβumanitΓ anche nei momenti piΓΉ bui.
Ecco il suo racconto, il 21 marzo, da casa sua in collegamento da remoto e poi, il 23 aprile, da New York:
IL RACCONTO EMOZIONANTE DI ELISA TRA MONTEBELLO E NEW YORK LEGGI... Β« Sono Elisa Longarato e ringrazio Elena Bellina (New York University) e Giorgia AlΓΉ (Sidney University) per l’invito.Β Γ un onore per me partecipare a questo incontro. Mi scuso in anticipo per il mio pessimo inglese. |
FOTO: 1) Elisa Longarato racconta la storia di suo padre Vittorio dal “Center for Italian Modern Art“, a New York il 23 aprile 2024.
2) La valigetta con alcuni oggetti personali di Vittorio Longarato. Elisa, in occasione del suo intervento a New York ha esibito il banjo-mandolino costruito da suo padre durante la prigionia (cortesia Elisa Longarato).
Umberto Ravagnani
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