14-23 aprile 2023 – EMERSIONI
Mostra d’arte di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
14-23 aprile 2023 - L'ACROSTICO di CRISTINA CRESTANI: FOLLIA
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Amaca
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Bambini che giocano
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Il fauno e le ninfe
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Artemide e Endimione
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Melusina, la leggenda della donna serpente
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Uomo con cavallo
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Ragazza con angelo
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Donna con bambino
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Il circo
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI - Il menestrello
14-23 aprile 2023 - EMERSIONI di CRISTINA CRESTANI
Presenta Maria Grazia Maggio, relatore il critico d’arte prof. PIERANTONIO TRATTENERO.
« Buonasera a tutti voi, grazie a Cristina per avermi invitato come relatore di questa mostra. Allora, parto subito con una precisazione: io non sono uno storico dell’arte sono un critico d’arte che si basa fondamentalmente nei propri giudizi sulla filosofia estetica, e non sono nemmeno un pittore, per cui non saprei nemmeno tirare quattro linee di traverso, ne verrebbe fuori qualcosa di orribile. Per cui mi ritengo fortunato perché, purtroppo, i pittori, avrebbero il vizio di consigliare gli altri colleghi in modo da sviarli in qualche modo.
Ma adesso veniamo a Cristina Crestani. Il titolo della mostra è particolare e ci dà parecchie chiavi di lettura: Emersioni. Voi provate ad immaginare qualsiasi cosa che emerge: emerge un sommergibile dal mare, emerge qualsiasi cosa che galleggia sull’acqua, emerge dalla terra anche la nascita di un fiore, dall’uomo emergono dall’inconscio i propri desideri e le proprie priorità. Allora, se noi facciamo attenzione al modo con cui la Crestani dipinge, ci accorciamo che il suo inconscio è un inconscio gentile, è una persona estremamente mite e una persona delicatissima tanto che i quadri che lei dipinge oltre ad essere formalmente perfetti hanno la caratteristica anche di essere onirici cioè provengono anche dal sogno. Quindi sono dei quadri straordinari da questo punto di vista.
E allora questa mostra… in questa mostra potrete ammirare parecchi temi, dal mito. Voi sapete che i Greci hanno creato il mito perché il mito regge la comunicazione nell’umanità e la coscienza. Si aveva bisogno della coscienza e prima che si affermasse la nostra cultura giudaico-cristiana, arrivò il mito. E il mito prese l’esempio di Thèmis come degli archetipi, e questi archetipi diventano poi qualsiasi tematica, anche naturale, vedi la luna, vedi il fauno che suona e così via. Quindi in questa fase vi confronterete con il mito, è importante capire quanto il mito ci guidi e ha guidato la storia dell’umanità verso un’ascesa che poi è diventata culturalmente diversa. Cristina ha il merito di prendere questo mito e di riportarlo personalmente, con le proprie implicazioni, a livello pittorico. Il suo uso cromatico è talmente interessante e preciso che non ammette sbavature, per cui come pittrice, oltre che essere valida perché sa pitturare bene, è valida perché sa anche scegliere con perfezione le cromie, cioè i colori. E, al presente avanzando nella mostra noi possiamo vedere rappresentate parecchie figure, tra cui bambini, persone che comunicano, giocattoli, il circo e cosi via.
Che cosa rappresentano queste persone, rappresentano la vita stessa e, in arte, la vita è ciò che regge l’azione dell’artista. Un artista ha un grande vantaggio su tutte le altre persone di qualsiasi tipo sia il tipo di arte che fa, perché? Perché l’arte permette alla persona di avere un pensiero proprio e un pensiero critico. Quindi direi filosoficamente Cristina accentra dentro a sé stessa questa capacità di esporre il proprio pensiero senza mai, però, invadere. Lei non ha la pretesa con i propri quadri di invadere la vita degli altri, ma di figurare il proprio punto di vista e di invitare le persone, gli osservatori a riflettere. E questo lo permette soprattutto la sua figurazione bella, e… noi non siamo costretti a fare traslazioni particolari di pensiero. Voi sapete che oggi l’arte, pittorica specialmente, è diventata un po’ un problema, perché non si capisce più, si fanno strafalcioni o delle cose stranissime, tipo la banana di Cattelan. Tutto ciò, si dice che l’uomo, da Andy Warhol in poi, ha cominciato a vedere l’arte in un altro modo, non più a pensarla e a condividerla, ma ad essere provocato. Allora, davanti ad un quadro, noi possiamo avere vari tipi di stato d’animo: lo stato d’animo che danno i quadri di Cristina Crestani è lo stato d’animo della persona che ha colto dentro sé stessa il proprio essere e lo ha meditato in funzione di ciò che ha visto.
Questo significa che il dialogo tra osservatore e il quadro è un movimento comunicativo che parte dall’anima dell’essere. Più che anima io sarei con i Greci e direi spirito. In quanto, anche per i teologi cristiani l’anima non c’è, tutti parlano di anima, ma se chiedete a un teologo cos’è l’anima ci dice… parliamo di spirito, non parliamo di anima! Per cui i quadri di Cristina rimandano a questa concezione dello spirito, rimandano quindi, certe figure, specialmente questa parte, anche al senso della trascendenza. Quando in un quadro voi vedete che c’è una scala che si eleva, una Chiesa… oppure figure, come questa, che sono insite nel tempo, il famoso tempo ciclico, le 4 stagioni. Che cos’è il tempo se non un ciclo. Il tempo è una dimensione che appartiene all’uomo. I fisici quantistici ci dicono che il tempo è solo una dimensione nostra. In altre realtà, nella fisica quantistica non esiste il tempo, perché quando si arriva a scomporre l’atomo e si parla di quark non si parla più di materia, si parla di energia. Ma, allora, la magia qual’è in Cristina? La magia è questa materia che è rappresentata dalla cosa in sé, la ‘res’ latina, cioè il quadro in sé, si deve porre il richiamo anche dallo spirito e, quindi, è un richiamo metafisico, è un’attenzione verso l’altro. Per cui ciascuno può interpretare come vuole, può dare un significato religioso, identistico, oppure anche agnostico, però siamo obbligati a dover riflettere su cos’è che compone la vita. Questa è la nostra vita per cui noi con l’arte riusciamo a formarci, a dettarci dentro una sorta di interpretazione che è sempre personale, specialmente per Cristina… Cristina non la si può assolutamente accoppiare a nessuna corrente… Lei… a qualcuno verrebbe da dire che è un figurativo che si rifà… no! Il suo figurativo è un figurativo personalissimo, la sua pittura è personalissima ed è intrisa di poesia.
Ultimamente Siccome siamo amici sul Facebook, ho letto un suo acrostico sulla follia, bellissimo l’acrostico che lei ha scelto, peccato che non l’abbia portato stasera, ma anche in questa poesia si fa riferimento a ciò che noi nella nostra vita possiamo esporre, comunicare all’altro e, la cosa è tremendamente importante, sapete perché? Perché c’è un filosofo tedesco, scusate se mi rifaccio alla filosofia, che dice: “in fondo l’uomo come fa a conoscere il mondo? È gettato nel mondo, quando nasce comincia a capire, quando è in età della ragione, comincia a capire che ci sono tre cose fondamentali, tre cose che non può non conoscere, e sono: il tempo che passa, io sfido chiunque a non riconoscere il tempo che passa e il tempo ha una sola direzione, è una freccia, un vettore che va soltanto da sinistra verso destra. E poi c’è l’angoscia di esistere. Chi di noi non ha mai provato l’angoscia di esistere quando si è chiesto: ma io da dove vengo, dove andrò, come sarà poi la vita? Perché, se questa è la vita devo sapermela padroneggiare. Quindi è importante che quest’angoscia sia un’angoscia moderata! E come si fa a moderarla? Ma ve lo può dire anche un medico: terapeuticamente, le angosce della vita si superano molto facilmente con l’arte! Ricordatevi sempre che chi dipinge, chi fa teatro, chi pratica un’arte, può anche essere la politica eh! Può essere un’arte anche quella! Ha un legame strettissimo con il proprio senso della vita, e se noi vogliamo dare un senso alla vita, siamo obbligati a dover avere un nostro pensiero, ad imparare ad avere il pensiero etico. Ecco perché i quadri di Cristina ci invitano a pensare… poi, la risposta che ci diamo non è importante, è molto più importante l’azione del pensare, quello che ci smuove dentro. E quindi io ringrazierò sempre gli artisti e specialmente i pittori per questa funzione che hanno.
Anche davanti agli astrattismi che vedete oggi no? Oggi la pittura è andata sull’astratto… quindi ci si trova davanti a un quadro con una serie di macchie… e si dice che cosa vorrà dire? È difficile dare una risposta, però il nostro cervello cerca sempre di riorganizzare, per cui cerca sempre di dare un significato a ciò che vede! Con Cristina la cosa cioè più facilitata perché abbiamo la figura nitida, precisa, ma anche nello stesso tempo abbiamo l’emozione intrinseca di cui è intrisa la figura. Noi possiamo confrontare le nostre emozioni con le emozioni dei suoi quadri. E quando vediamo i suoi personaggi che hanno un atteggiamento, noi siamo lì che ci chiediamo: ma sarà un atteggiamento felice, sarà un atteggiamento triste? Oppure quando vediamo il quadro degli elefanti che sono come uomini, dice lei, che hanno imparato ad essere leggeri. Gli elefanti, che intanto sono anche loro comunicativi perché vivono in branco, vivono in gruppo, ma sono su degli alberi. L’elefante sull’albero sarebbe una cosa un po’ difficile da pensare! L’elefante è pesante, l’albero cade, si sfronda, l’elefante si sfracella! Per l’artista no! Anche l’elefante diventa leggero come il pensiero! Ed è proprio questo l’invito che lei ci fa: siate liberi con il pensiero! Andate, spaziate, immaginatevi! Possibilmente scrivete o dipingete o fate quello che volete ma usate il vostro pensiero per crescere! E, alla fine, ci troveremo che la vita ha avuto un suo valore, in quanto vita personale, con pensiero proprio, ed è questo il segreto che dovremmo insegnare ai giovani!
… Può a volte far sorridere, può far pensare, ma è una pittura che si fa ammirare perché è una pittura calda, è una pittura che comunica, è una pittura che libera il nostro pensiero… brava Cristina! »
(Critico d’arte prof. Pier Antonio Trattenero)
Umberto Ravagnani
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