Categoria: <span>TUTTE LE ATTIVITÀ 2018</span>

Attività 2018

attività 2018

N.B.: A causa di situazioni impreviste che possono verificarsi nel corso dei prossimi mesi, alcune uscite potrebbero subire delle variazioni. Le date e i programmi definitivi verranno comunicati nel più breve tempo possibile.

Sono aperte le iscrizioni all’Associazione Amici di Montebello per il 2018 (La quota di iscrizione verrà restituita con la gita sociale).


SALVIAMO IL POZZO DEI CONTI SANGIOVANNI
SALVIAMO VILLA MIARI

Disponibile il libro di Umberto Ravagnani: CARTOLINE CHE RACCONTANO …
Disponibile il libro di Ottorino Gianesato: I SOLDATI DI MONTEBELLO CHAMATI ALLE ARMI NELLA GUERRA 1915-18
Disponibile il libro di Ottorino Gianesato – Umberto Ravagnani – Maria Elena Dalla Gassa: LA “SCUOLA VECCHIA” ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO (col. 5aacc5)

ASSOCIAZIONE AMICI di MONTEBELLO

36054 Montebello Vicentino (VI)
TEL. 333-2688220
Email: info@amicidimontebello.it

2018_09_Scuola_Elementare

L’ ASSOCIAZIONE AMICI DI MONTEBELLO  è lieta di presentare
« LA “SCUOLA VECCHIA” ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO »
(Sorta nel 1868 e dal 1953 intitolata a GIUSEPPE CEDERLE)
di Ottorino Gianesato – Umberto Ravagnani – Maria Elena Dalla Gassa

 

Nel 150° anniversario della costruzione dell‘edificio, gli “Amici di Montebello”, sono lieti di annunciare l’uscita del libro
« La “Scuola Vecchia” Elementare di Montebello Vicentino ». Appuntamento per la presentazione: 21 dicembre 2018 ore 20:30 presso la sala della Biblioteca di Montebello Vicentino.

Memorie di Scuola: Un Viaggio nella Storia dell’Istruzione Italiana
La scuola italiana del Novecento era un universo a sé, fatto di rigide regole, insegnanti inflessibili e alunni che, tra i banchi di legno e i calamai, imparavano non solo le lezioni, ma anche il valore della disciplina. L’edificio scolastico non era solo un luogo di studio, ma un vero e proprio simbolo di progresso sociale, dove si gettavano le basi per il futuro del Paese. In quegli anni, il sistema educativo italiano era un baluardo di valori: il rispetto per l’autorità, il rigore e la dedizione, elementi che si riflettevano nella vita quotidiana di ogni alunno.
Questo affascinante passato è stato catturato in un volume di oltre 300 pagine, che racconta la storia di una struttura scolastica imponente e delle persone che l’hanno resa viva. Il libro è arricchito da quasi 250 immagini, tra cui spiccano più di 80 fotografie di scolaresche, testimoni silenziosi di un’epoca che sembra lontana ma che ha segnato profondamente la nostra cultura.
L’opera, prodotta in edizione limitata dalla nostra Associazione, è un tributo prezioso a chi ha vissuto quei tempi o a chi, semplicemente, desidera scoprire un pezzo importante della storia italiana. Per chi è interessato, consigliamo di prenotare il libro contattando il nostro direttivo, prima che le copie si esauriscano (scarica la locandina).

Umberto Ravagnani

Il libro LA “SCUOLA VECCHIA” ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO è ancora disponibile presso la nostra Associazione.

email: info@amicidimontebello.it
Tel.: 333-2688220
(Free music: https://www.bensound.com)

 

 

ASSOCIAZIONE AMICI di MONTEBELLO

36054 Montebello Vicentino (VI)
TEL. 333-2688220
Email: info@amicidimontebello.it

( L. 1047 )

2018_08_Monselice

11 novembre 2018 : MONSELICE E ARQUA’ PETRARCA (Gita sociale 2018)

 

MONSELICE:

Il castello di Monselice è un complesso di edifici composto di quattro nuclei principali, più una rocca, tutti edificati e ristrutturati tra l’undicesimo e il sedicesimo secolo. La parte più antica, sulla destra entrando dal portone nella Corte Grande, è il Castelletto, con l’annessa Casa Romanica, edificati tra l’XI e il XII secolo. Sulla sinistra sorge la massiccia sagoma della torre di Ezzelino, del XIII secolo. Al centro, come nucleo di collegamento fra i due edifici esistenti, viene realizzato nel XV secolo il Palazzo Marcello. Sulla cima della collina sorge una rocca edificata da Ezzelino III da Romano su ordine dell’imperatore Federico II di Svevia.
Infine la biblioteca del castello, che sorge sull’ampia spianata antistante la torre di Ezzelino, ricavata in un edificio preesistente alla fine del XVI secolo. La torre è costruita da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo, nell’ambito di un potenziamento militare-difensivo della seconda cerchia di mura della città. All’inizio del XIV secolo, quando la città viene conquistata dai Carraresi, i grandi stanzoni del palazzo di Ezzelino vengono suddivisi in sale di minori dimensioni, parzialmente adibite ad abitazione civile.

ARQUA’ PETRARCA:

La tomba di Petrarca nel centro di Arquà, costruita dal genero Francescuolo da Borsano, su modello della Tomba di Antenore della vicina Padova.
Francesco Petrarca conobbe Arquà nel 1364, quando, per curarsi alle terme dalla scabbia, si era trasferito ad Abano Terme. Nel 1365 il poeta divenne canonico presso la collegiata di Monselice e, quattro anni dopo, Francesco il Vecchio gli cedette un appezzamento di terreno proprio ad Arquà. Dopo aver sovrinteso al restauro della sua futura dimora (un’abitazione modesta ma decorosa), il poeta si stabilì nel paese nel marzo del 1370. Iniziò allora il suo soggiorno nel borgo medievale, che egli stesso definì «Il mio secondo Elicone ». Così viene descritta Arquà al tempo del Petrarca, in un documento conservato nel Museo civico di Padova: « Vasti boschi di castagni, noci, faggi, frassini, roveri coprivano i pendii di Arquà, ma erano soprattutto la vite, l’olivo e il mandorlo che contribuivano a creare il suggestivo e tipico paesaggio arquatense ».

AI LETTORI:
Quanti volessero collaborare per la redazione del notiziario con articoli o segnalare argomenti di particolare interesse, notizie, curiosità, proverbi locali, foto, cartoline d’epoca, etc., sono invitati a mettersi in contatto con l’Associazione.

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( L. 502 )

2018_07_LE_LANGHE

ALBA E I CASTELLI DELLE LANGHE (8-9 SETTEMBRE 2018)

Colline e vigneti che si alternano a castelli e borghi storici: questo è il paesaggio che si propone allo sguardo dei visitatori che visitano le Langhe.
La zona piemontese a cavallo tra Cuneo e Asti offre un susseguirsi di panorami spettacolari. Già solo attraversando la Strada romantica, un percorso di undici tappe che si snoda su 100 chilometri, si può assaporare la varietà di questi luoghi nella loro totalità.
Ci si imbatte negli scoscesi profili delle Rocche del Roero, entrati a far parte dei Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nelle colline della Langa del Barolo e del Barbaresco e nei loro vigneti, fino agli scenari dell’Alta Langa, dove domina il verde rigoglioso dei boschi. Chi lo desidera può fermarsi a visitare qualche cantina, alcune delle quali anche belle e di design e degustare il nettare locale.

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( L. 837 )

2018_05_Lusiana

ATTENZIONE: A causa del maltempo dei giorni scorsi questa uscita è stata rinviata a data da destinarsi.

19 Maggio 2018 : PARCO DEL SOJO Arte & Natura

Il “PARCO DEL SOJO Arte e Natura” è una proposta innovativa, creata con l’intento di valorizzare un’area di straordinario interesse ambientale, storico ed artistico, a poca distanza della borgata del Covolo, una delle più antiche dell’Altopiano di Asiago. L’idea, nata dalla genialità dall’arch. Morlin Diego nel 2000, ha preso inizio dalla pulitura dei sentieri e la creazione di un primo percorso naturale, sopra alla maestosa roccia detta “il Sojo“, uno sperone roccioso pieno di fascino e di mistero, meta di appassionati, perché attrezzato a palestra di roccia, apprezzata in campo internazionale. I sentieri di vecchio impianto si integrano con i nuovi tracciati, lungo i quali sono posizionate una settantina di opere d’arte contemporanea, di varie dimensioni. Le installazioni scultoree sono costruite con materiali diversi: pietra, legno, ferro, bronzo, gres, nate talvolta in officina, talvolta plasmate sul posto, accogliendo e modellando la materia che la natura mette a disposizione. Un’originale galleria di arte contemporanea, lunga 4 chilometri di sentieri ai bordi del bosco e tra le radure con opere realizzate da artisti italiani e stranieri. “Il parco, un vero e proprio museo all’aperto, costituisce un’opportunità inusuale di vivere una relazione intima e coinvolgente con l’ambiente naturale.(scarica la locandina)

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( L. 91 )

2018_05_Castel_Juval

17 Giugno 2018 : MERANO – CASTEL JUVAL (Reinhold Messner)

 

Merano è una piccola Vienna, immersa in un paesaggio alpino stupendo, elegante e piena di vita. Sorge a circa 300 metri di altezza, ha circa 40 mila abitanti, è piuttosto piccola quindi, ma è un luogo che vale davvero la pena di essere visitato, perché offre di tutto e per tutti: natura maestosa, un centro storico ricco di monumenti pregevoli, belle vie dove passeggiare e fare shopping (anche sotto i suggestivi portici, molto apprezzati quando fa freddo!), locali tipici e di design e le moderne terme, progettate dal famoso architetto Matteo Thun, un vero gioiello con 25 piscine (interne ed esterne).

Castel Juval, la residenza estiva dell’alpinista Reinhold Messner e i Messner Mountain Museums
Il medievale Castel Juval sorge su un sito di culto preistorico all’ingresso della Val Senales in Alto Adige. La fortezza fu edificata nel 1278 da Ugo di Montalban. Nel 1540, dopo vari cambi di proprietà, il castello fu acquisito dalla famiglia Sinkmoser e proprio in quegli anni conobbe il suo periodo di splendore. Nel 1913, un signore coloniale olandese, William Rowland, diede nuova vita al castello fatiscente, facendolo ristrutturare completamente.
Dal 1983, Castel Juval è la residenza estiva dell’alpinista Reinhold Messner, che ne ha fatto la sede principale del suo MMM Messner Mountain Museum. A Castel Juval espone la sua vasta collezione tibetana, una galleria di quadri e la collezione di maschere con pezzi provenienti dai cinque continenti.
A Castel Juval si possono ammirare anche affreschi di epoca rinascimentale. Nei dintorni di Castel Juval Reinhold Messner ha allestito un parco con animali alpini, oltre a un’attività agricola con viticoltura. Il vigneto e la cantina “Unterortl“, il maso biologico “Oberortl” e l’osteria “Schlosswirt” sono parte integrante del progetto complessivo di salvaguardia e riproposizione di quel paesaggio culturale storico sudtirolese, caratterizzato da piccoli campi e tenute.
(da https://www.venosta.net/it/castelbello-ciardes/cultura-arte/attrazioni/castel-juval.html)

(scarica la locandina)

AI LETTORI:
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( L. 473 )

2018_04a_Montebello

MONTEBELLO – CARTOLINE CHE RICORDANO …

« Sul lato occidentale della strettoia che si è formata, in tempi remoti, tra i Monti Berici e un lembo meridionale delle Prealpi, si trova Montebello Vicentino, millenario luogo di transiti e di soste, dagli antichi Romani che vi fecero passare la loro via Postumia, ai pellegrini medievali, dagli eserciti invasori di ogni epoca ai viandanti, ai mercanti, ai turisti.

 

A coloro che transitavano da Verona verso Vicenza, Montebello appariva, fino alla prima metà del Novecento, come un borgo incantevole, protetto dal vento di tramontana da un semicerchio di verdi colline che lo coronano da Ovest fino ad Est e dominato da un maestoso castello di origine medievale. Questa pubblicazione, prendendo spunto dalle prime cartoline illustrate, vorrebbe coinvolgere e sensibilizzare quanti si sentono, in qualche modo, partecipi della vita socio-culturale di questo luogo, perché vi dimorano, perché sono emigrati contro la loro volontà e sognano di tornarvi, o semplicemente perché ne sono attratti.
Leggendo le piccole storie e guardando le molte immagini qui riportate, viene naturale soffermarsi a riflettere: che strana emozione, che nostalgia per un mondo passato e inevitabilmente perduto … » (1). Così scrivevo nel mio libro, dedicato alle cartoline illustrate di Montebello, circa due anni fa; quello che vedremo invece in questa occasione è qualcosa di diverso, anche se lo scopo è sempre lo stesso: « ridonarci l’immagine di una identità perduta della nostra comunità, di porsi quale contributo e momento di riflessione su un passato storico relativamente recente ed un prossimo futuro, stimolando i lettori a meditare su come si possa non essere solo degli insensibili spettatori del suo degrado ».
In questo nuovo contesto ho messo in atto un tentativo di rendere più ‘viva‘ la cartolina illustrata, cercando di animarla per stimolare ulteriormente i ricordi. Faremo una passeggiata ‘virtuale‘ nel paese di 60/70 anni fa. Ovviamente le immagini che vedremo sono tutte originali dell’epoca e sono parte della mia collezione di cartoline illustrate di Montebello Vicentino. La maggior parte del tempo è stato speso per il ‘restauro‘ delle immagini che normalmente sono molto degradate, a causa dell’usura ma anche per le tecniche fotografiche dell’epoca. Solo in questo modo ho potuto ottenere la risoluzione adeguata alla proiezione sullo schermo.
A breve a Montebello …

Umberto Ravagnani

Note:
(1) Dal libro “Cartoline che raccontano …” di Umberto Ravagnani, 2015 (scarica la locandina).

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( L. 1598 )

2018_04_Montepulciano

14-15 Aprile 2018 : VAL D’ORCIA – MONTEPULCIANO, PIENZA E MONTALCINO (SIENA)

 

La Val d’Orcia è una delle aree italiane a più alta concentrazione di bellezza, non a caso inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Divisa tra le province di Siena e di Grosseto, si allunga sui lati settentrionale ed orientale del monte Amiata ed è attraversata dal fiume che le dà il nome. I suoi paesaggi da cartolina ospitano alcuni dei borghi antichi più belli d’Italia e hanno dato vita ad alcuni dei prodotti enogastronomici più famosi della regione, su tutti il Pecorino di Pienza e il Brunello di Montalcino. Per l’Unesco, la Val d’Orcia esprime gli ideali del “buon governo” ed è uno straordinario esempio di come il Rinascimento abbia ridefinito il paesaggio naturale.

 

 

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( L. 345 )

2018_03_Montebello

16 Marzo 2018 : MONTEBELLO – CARTOLINE CHE RICORDANO …

« Sul lato occidentale della strettoia che si è formata, in tempi remoti, tra i Monti Berici e un lembo meridionale delle Prealpi, si trova Montebello Vicentino, millenario luogo di transiti e di soste, dagli antichi Romani che vi fecero passare la loro via Postumia, ai pellegrini medievali, dagli eserciti invasori di ogni epoca ai viandanti, ai mercanti, ai turisti.
A coloro che transitavano da Verona verso Vicenza, Montebello appariva, fino alla prima metà del Novecento, come un borgo incantevole, protetto dal vento di tramontana da un semicerchio di verdi colline che lo coronano da Ovest fino ad Est e dominato da un maestoso castello di origine medievale. Questa pubblicazione, prendendo spunto dalle prime cartoline illustrate, vorrebbe coinvolgere e sensibilizzare quanti si sentono, in qualche modo, partecipi della vita socio-culturale di questo luogo, perché vi dimorano, perché sono emigrati contro la loro volontà e sognano di tornarvi, o semplicemente perché ne sono attratti.
Leggendo le piccole storie e guardando le molte immagini qui riportate, viene naturale soffermarsi a riflettere: che strana emozione, che nostalgia per un mondo passato e inevitabilmente perduto … » (1) Così scrivevo nel mio libro, dedicato alle cartoline illustrate di Montebello, circa due anni fa; quello che vedremo invece in questa occasione è qualcosa di diverso, anche se lo scopo è sempre lo stesso: « ridonarci l’immagine di una identità perduta della nostra comunità, di porsi quale contributo e momento di riflessione su un passato storico relativamente recente ed un prossimo futuro, stimolando i lettori a meditare su come si possa non essere solo degli insensibili spettatori del suo degrado ». In questo nuovo contesto ho messo in atto un tentativo di rendere più ‘viva‘ la cartolina illustrata, cercando di animarla per stimolare ulteriormente i ricordi. Faremo una passeggiata ‘virtuale‘ nel paese di 60/70 anni fa. Ovviamente le immagini che vedremo sono tutte originali dell’epoca e sono parte della mia collezione di cartoline illustrate di Montebello Vicentino. La maggior parte del tempo è stato speso per il ‘restauro‘ delle immagini che normalmente sono molto degradate, a causa dell’usura ma anche per le tecniche fotografiche dell’epoca. Solo in questo modo ho potuto ottenere la risoluzione adeguata alla proiezione sullo schermo.

Umberto Ravagnani

Note:
(1) Dal libro “Cartoline che raccontano …” di Umberto Ravagnani, 2015).

(scarica la locandina in pdf)

LA MACCHINA DEL TEMPO


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( L. 466 )

2018_02_Vicenza

VICENZA BASILICA PALLADIANA – MOSTRA “Van Gogh. Tra il grano e il cielo” a cura di Marco Goldin

Van Gogh. Tra il grano e il cielo, curata da Marco Goldin, presenta eccezionalmente un numero elevato di opere del pittore olandese, 43 dipinti e 86 disegni. La mostra è promossa dal Comune di Vicenza e da Linea d’ombra, che la produce. Fondamentale la presenza del main sponsor, Segafredo Zanetti. Partner sono International Exhibition Group, Fondazione Roi e AIM. Costruita grazie all’apporto decisivo di quello scrigno vangoghiano che è il Kröller-Müller Museum in Olanda, assieme ai prestiti da una decina di altri musei, ricostruisce con precisione l’intera vicenda biografica, ponendo dapprincipio l’accento sui decisivi anni olandesi, che dall’autunno del 1880 nelle miniere del Borinage, per la verità in Belgio, fino all’autunno del 1885 a conclusione del fondamentale periodo di Nuenen, sono una sorta di stigmate infiammata e continuamente protratta. Una vera e propria via crucis nel dolore e nella disperazione del vivere. Sarà come entrare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh, in quel luogo segreto, solo a lui noto, nel quale si sono formate le sue immagini. Spesso nella condivisione dei temi in primo luogo con Jean-François Millet e poi con gli artisti della cosiddetta Scuola dell’Aia, una sorta di versione olandese della Scuola di Barbizon. E puntualmente alcune delle loro opere verranno esposte a confronto.
E in questo laboratorio ci si addentrerà con rispetto e con circospezione, facendosi aiutare dalle fondamentali lettere che Vincent inviava, come un vero e proprio diario del cuore straziato, in modo particolare al fratello Théo, ma non solo. Le lettere costituiranno quindi, giorno dopo giorno, come fogli di un diario, il filo conduttore della mostra, perché attraverso le parole si possa penetrare fino in fondo nel mistero struggente della bellezza di un’opera che non cessa di affascinarci. Perché così fortemente connaturata alla presentazione di un vita sempre sul limite. Lettere che molto spesso si troveranno stampate sulle pareti, accanto alle opere che le hanno ispirate. E non a caso, Marco Goldin curerà, assieme al volume/catalogo che accompagnerà la mostra, anche un libro con una scelta di cento lettere, tra cui tutte quelle dedicate ai dipinti in esposizione a Vicenza.

(scarica la locandina in pdf)

( L. 337 )

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