ARTURO COSTA

ARTURO COSTA

[401] ARTURO COSTA
Eroe delle Dolomiti e Pioniere d’Africa

Arturo Costa, nato a Montebello Vicentino, Γ¨ un nome che riecheggia nei corridoi della storia militare italiana come simbolo di eroismo e comando. Durante la Prima Guerra Mondiale, un conflitto che ridisegnΓ² il volto dell’Europa e segnΓ² profondamente l’umanitΓ , Costa si distinse per atti di coraggio straordinari che gli valsero due medaglie al valore.1 Questo conflitto, che si protrasse dal 1914 al 1918, vide scontrarsi le maggiori potenze mondiali, trasformando il paesaggio europeo in un vasto campo di battaglia.
Il 21 maggio 1916, nei pressi del Monte Sief nelle Dolomiti, tra la Val Badia e l’Ampezzano in territorio veneto, Arturo Costa, allora Capitano e aiutante maggiore dei Bersaglieri, guidΓ² i suoi uomini in un attacco notturno. Le Dolomiti, con i loro ripidi pendii e le valli strette, erano un teatro di guerra estremamente difficile, dove le truppe italiane e austro-ungariche si contendevano ogni metro di terra. L’infuriare del fuoco nemico e il lancio di bombe a mano misero a dura prova la linea degli assalitori, che cominciΓ² a cedere. Con grande energia e coraggio, Arturo riuscΓ¬ a fermare, riordinare e rinviare in posizione i militari dispersi, garantendo la prosecuzione dell’assalto. Questo gesto eroico gli valse la Medaglia di Bronzo, conferitagli il 9 dicembre 1916.
Un altro atto di straordinario coraggio avvenne l’11 luglio 1917, vicino a Colbricon Grande, nella Val Cismon al confine tra Veneto e Trentino. Arturo Costa, ormai Maggiore del Reggimento Bersaglieri, affrontΓ² un violento attacco notturno. Per raggiungere rapidamente la posizione, utilizzΓ² una teleferica attraverso un terreno intensamente battuto dal fuoco nemico di artiglieria e bombarde. Mentre impartiva ordini per il contrattacco, fu investito dallo scoppio di un deposito di esplosivi e gravemente ferito al volto. Nonostante il dolore lancinante e l’invaliditΓ  temporanea, rifiutΓ² il trasporto in barella e, dimostrando una forza d’animo incredibile, scese a piedi al posto di medicazione per non impressionare negativamente i suoi bersaglieri. Questo atto di nobiltΓ  e resistenza gli valse la Medaglia d’Argento, assegnatagli il 20 giugno 1918.
La Prima Guerra Mondiale fu uno dei conflitti piΓΉ devastanti della storia umana, coinvolgendo le principali potenze mondiali in una guerra totale che causΓ² milioni di morti e cambiΓ² radicalmente la mappa geopolitica dell’Europa. Gli scontri sul fronte italiano, in particolare nelle Dolomiti, furono caratterizzati da una guerra di trincea estremamente dura, con condizioni ambientali e climatiche avverse che rendevano ogni avanzata estremamente costosa in termini di vite umane.
Le battaglie in alta montagna, come quelle in cui Arturo Costa si distinse, richiedevano non solo una straordinaria resistenza fisica ma anche un’immensa determinazione e coraggio. I soldati dovevano affrontare non solo il nemico, ma anche il freddo estremo, le valanghe e le difficoltΓ  di approvvigionamento. In questo contesto, la leadership e il coraggio di uomini come Arturo Costa erano cruciali per mantenere alto il morale delle truppe e garantire il successo delle operazioni militari.
Dopo la fine del conflitto, l’Europa era in rovina, con intere generazioni segnate dalla guerra. Molti veterani, come Arturo Costa, cercavano nuove opportunitΓ  lontano dalle devastazioni del continente. Fu cosΓ¬ che Arturo decise di emigrare in Africa, una terra che aveva giΓ  conosciuto e che stava vivendo uno straordinario boom economico.
Arturo si stabilΓ¬ a Usumbura, nell’allora Congo Belga, oggi Bujumbura, capitale del Burundi. Fondata nel 1897 come posto militare tedesco, Usumbura si sviluppΓ² notevolmente sotto la colonizzazione belga, diventando un importante centro commerciale e porto lacustre con esportazioni di cotone, caffΓ¨ e pelli. La cittΓ , situata sulla sponda nord-orientale del lago Tanganica, rifletteva l’influenza architettonica e urbanistica belga, con settori industriali fiorenti nel tessile, alimentare, meccanico, cementiero e calzaturiero.
La decisione di Arturo Costa di trasferirsi in Africa dopo la guerra rappresenta la ricerca di un nuovo inizio in una terra di opportunitΓ . In Africa, Arturo trovΓ² un luogo dove poteva contribuire allo sviluppo e alla crescita di una regione in rapida trasformazione. La sua presenza a Usumbura Γ¨ testimonianza del legame tra l’Europa e l’Africa durante il periodo coloniale e post-coloniale, e del ruolo degli italiani nell’espansione e nello sviluppo delle colonie.
La storia di Arturo Costa si intreccia con quella del nipote Pierantonio Costa, un altro illustre membro della famiglia Costa di Montebello Vicentino. Pierantonio, noto per il suo ruolo durante il genocidio in Ruanda del luglio 1994, Γ¨ stato descritto come un β€œuomo giusto” per aver salvato centinaia di vite. Montebello il 4 giugno del 2022 gli ha dedicato, con una solenne cerimonia, la nuova palestra.2 Le storie di questi due uomini mostrano come la famiglia Costa abbia lasciato un’impronta significativa sia in Europa che in Africa, attraverso atti di coraggio e altruismo.
Usumbura, che oggi conosciamo come Bujumbura, era un fulcro di attivitΓ  durante la colonizzazione belga del Congo. La cittΓ , fondata come avamposto militare tedesco, crebbe sotto l’amministrazione belga, diventando un centro di importanza strategica e commerciale. La colonizzazione belga lasciΓ² un’impronta significativa nella regione, con infrastrutture che continuarono a influenzare il paese ben oltre la fine del dominio coloniale.
L’ereditΓ  di Arturo Costa Γ¨ una storia di coraggio, determinazione e dedizione che va oltre i confini del tempo e dello spazio. Le sue azioni durante la Prima Guerra Mondiale e la sua vita in Africa sono testimoni di come un singolo individuo possa fare la differenza. Arturo ha lasciato un segno indelebile nella storia militare italiana e nella comunitΓ  di Usumbura, un esempio duraturo di guida e sacrificio.
La vita di Arturo Costa, dalla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale alla sua esperienza in Africa, Γ¨ una storia di dedizione, sacrificio e adattamento. Durante il conflitto, Costa non solo si distinse per il suo valore sul campo di battaglia, ma anche per la sua capacitΓ  di ispirare e guidare i suoi uomini nei momenti di crisi. La sua abilitΓ  nel mantenere la calma sotto il fuoco nemico e la sua decisione di rifiutare l’assistenza medica per non demoralizzare i suoi soldati sono esempi di leadership esemplare.
Arturo Costa Γ¨ stato un vero uomo di frontiera, non solo nei campi di battaglia europei, ma anche nel suo impegno a costruire una nuova vita in Africa. La sua storia Γ¨ un ponte tra due mondi, un collegamento tra il passato tumultuoso dell’Europa e le promesse del futuro africano. Arturo rappresenta tutti quei pionieri che, con coraggio e determinazione, hanno cercato nuove opportunitΓ  lontano dalla loro terra natale, contribuendo in modo significativo alle comunitΓ  in cui si sono stabiliti.
La vita di Arturo Costa Γ¨ un promemoria del potere della volontΓ  umana e dell’importanza di mantenere i propri valori anche nelle circostanze piΓΉ difficili. Il suo viaggio da Montebello Vicentino alle Dolomiti, fino al cuore dell’Africa, racconta di un uomo che non ha mai smesso di lottare e di sognare, ispirando le generazioni future a perseverare nei loro ideali.

Umberto Ravagnani

NOTE: 1) Secondo una ricerca di OTTORINO GIANESATO, Arturo Costa Γ¨ stato inizialmente omesso dall’elencazione dei soldati dell’Esercito Italiano perchΓ©, secondo le liste di leva, risultava renitente. Certamente si tratta di un errore commesso dal Distretto Militare dell’epoca. Durante la Grande Guerra Γ¨ il soldato montebellano di grado piΓΉ alto nell’Esercito (MAGGIORE), inferiore solo al Generale Giuseppe Vaccari.

DAL SUO FOGLIO MATRICOLARE


LEGGI...

COSTA ARTURO, matricola n. 1704, volontario con la classe 1873.
Figlio di Giuseppe e Pianton Teresa, nato a Montebello Vicentino il 28/4/1876, studente.
1/12/1893: Soldato volontario nel 60Β° Reggimento Bersaglieri – Plotone Allievi Sergente per la ferma di anni 5.
31/5/1894: Promosso Caporale.
16/2/1896: Destinato alle Regie Truppe partenti per l’Africa nel Battaglione Bersaglieri – partito il 19/2/1896.
28/6/1896: CessΓ² di far parte delle Regie Truppe d’Africa per riduzione d’organico.
30/6/1896: Nel 6Β° Reggimento Bersaglieri con l’obbligo di ultimare la ferma in corso.
31/10/1898: Nella Scuola Militare – 5/1/1899 ammesso alla rafferma triennale nel 60Β° Reggimento Bersaglieri.
8/9/1900: SOTTOTENENTE nel 10Β° Reggimento Bersaglieri (allo scoppio della guerra 1915-18 Γ¨ CAPITANO).

Residente a Montebello Vicentino (morto a Usumbura – Congo Belga il 25/9/1943). Decorato con una medaglia d’Argento e una di Bronzo al valor militare nella guerra 1915-18.

2) Per la storia di suo nipote Pierantonio Costa vedi l’articolo n. [277] PIERANTONIO COSTA del 17-03-2022.
FOTO: Il Monte Sief, un teatro di guerra estremamente difficile, dove Arturo fu decorato con la Medaglia di Bronzo. Poco lontano, in secondo piano il Col di Lana.
BIBLIOGRAFIA:
– Istituto del Nastro Azzurro – Sezione di Vicenza, “I VICENTINI DECORATI AL VALOR MILITARE nella guerra 1915-1918“, Marostica, 1920.
– O.Gianesato, “I soldati di Montebello chiamati alle armi nella guerra 1915-18“, Montebello Vicentino, 2008.
ALTRE FONTI: Archivio Parrocchiale di Montebello Vicentino (archivista Riccarda Mescola).

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