[425] IL RITRATTO STRAPPATO
Un gesto frainteso
A Montebello Vicentino, si consumΓ² nel 1880 un episodio destinato a suscitare grande clamore e a porre sotto i riflettori il delicato equilibrio tra autoritΓ scolastiche e amministrative. La protagonista di questa vicenda fu una giovane maestra, dedita al suo compito educativo e rispettata nella comunitΓ , che si ritrovΓ² coinvolta in un caso tanto curioso quanto emblematico dei tempi.
La scuola elementare di Montebello, inaugurata nel 1869, rappresentava una delle prime istituzioni educative, se non la prima, create nel Veneto dopo lβUnitΓ dβItalia. In un paese ancora fortemente ancorato alle tradizioni rurali, lβistruzione assumeva un ruolo fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale delle nuove generazioni. La Legge Casati1, promulgata nel 1859 e poi estesa a tutta la nazione, aveva introdotto lβobbligo scolastico e affidato ai comuni la gestione delle scuole primarie. Tuttavia, lβapplicazione della legge non fu semplice: le difficoltΓ economiche e la carenza di insegnanti qualificati rappresentavano ostacoli significativi, specialmente nei piccoli centri come Montebello.
Nonostante le sfide, la scuola di Montebello riuscì a divenire un punto di riferimento per la comunità locale. Gli insegnanti, oltre a impartire le nozioni di base, avevano il compito di trasmettere valori morali e civici, contribuendo così alla costruzione di una nuova identità nazionale. Tra questi educatori spiccava la giovane maestra protagonista della nostra storia, nota per il suo impegno e la sua dedizione.2
Tutto ebbe inizio durante una normale giornata di scuola, quando la maestra notΓ² alcune sue alunne discutere animatamente davanti a un ritratto appeso in aula. Lβimmagine raffigurava una donna abbigliata in modo che, secondo le bambine, non rappresentava un modello di modestia. Preoccupata che tale ritratto potesse distogliere le sue allieve dai principi educativi che cercava di trasmettere, la maestra decise di rimuoverlo e, senza pensarci troppo, lo strappΓ².
Solo in un secondo momento si scoprΓ¬ che lβimmagine in questione era un ritratto della Regina dβItalia Margherita di Savoia. La notizia si diffuse rapidamente e suscitΓ² grande scalpore. Alcuni giornali locali riportarono il fatto con toni accesi, denunciando il gesto come un oltraggio alla sovrana. In breve tempo, lβepisodio divenne oggetto di accese discussioni pubbliche e politiche.
Le autoritΓ locali, pressate dallβeco mediatico della vicenda, decisero di intervenire. Il Prefetto, ritenendo il gesto della maestra inaccettabile, ne decretΓ² la destituzione dallβincarico. Questa decisione suscitΓ² una reazione immediata nella comunitΓ di Montebello, dove la maestra era molto stimata. Le famiglie degli alunni, riconoscendo il valore del suo operato, si mobilitarono per chiederne la reintegrazione.
Parallelamente, il giornale locale Β« Il Berico Β» prese le difese della maestra. Sfogliando attentamente gli articoli della Legge Casati, i redattori scoprirono che il licenziamento di un insegnante poteva essere disposto solo dal Consiglio Scolastico Provinciale, e non dal Prefetto. Forte di questa scoperta, il giornale denunciΓ² lβirregolaritΓ del provvedimento e chiese che fosse annullato.
Per comprendere meglio lβimportanza di questa vicenda, Γ¨ utile analizzare il contesto normativo e sociale dellβepoca. La Legge Casati, considerata la prima grande riforma del sistema educativo italiano, aveva lβobiettivo di garantire unβistruzione di base a tutti i bambini. Essa stabiliva lβobbligatorietΓ della scuola elementare per almeno due anni e affidava ai comuni la responsabilitΓ di istituire e gestire le scuole. Nonostante le buone intenzioni, lβattuazione della legge incontrΓ² numerose difficoltΓ , soprattutto nelle aree rurali, dove spesso mancavano le risorse necessarie per mantenere le strutture scolastiche.
Gli insegnanti, mal pagati e spesso costretti a lavorare in condizioni difficili, svolgevano un ruolo fondamentale nella società . Oltre a impartire le nozioni scolastiche, dovevano educare i bambini ai valori morali e civici, contribuendo così alla costruzione di una nuova identità nazionale. La figura della maestra di Montebello incarnava perfettamente questo ideale: una donna determinata, pronta a svolgere il proprio compito con serietà e passione, nonostante le difficoltà .
Grazie allβintervento del giornale locale e al sostegno della comunitΓ , il caso venne riesaminato dal Consiglio Scolastico Provinciale, che il 10 settembre 1880 deliberΓ² a favore della maestra. La decisione di riammetterla al suo posto rappresentΓ² una vittoria non solo per lβinsegnante, ma anche per lβintera comunitΓ di Montebello, che vide riconosciuti i propri diritti.
Questo episodio, seppur circoscritto a una piccola realtΓ locale, evidenziΓ² alcune problematiche fondamentali del sistema scolastico postunitario: il difficile equilibrio tra autoritΓ centrali e locali, la necessitΓ di garantire il rispetto delle leggi e lβimportanza del ruolo degli insegnanti nella societΓ .
La storia della maestra di Montebello ci offre uno spaccato significativo della vita scolastica nel Veneto di quellβepoca. In un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali, lβistruzione rappresentava uno degli strumenti principali per la costruzione di una nuova identitΓ nazionale. La vicenda, con il suo lieto fine, testimonia la determinazione di una comunitΓ a difendere i propri diritti e il valore dellβeducazione come strumento di emancipazione e progresso. In un tempo in cui la scuola era ancora un privilegio per pochi e la strada verso unβistruzione universale era tutta da costruire, episodi come quello di Montebello ci ricordano quanto fosse arduo, ma al tempo stesso fondamentale, il cammino intrapreso.
BIBLIOGRAFIA: – G.MANTESE, Memorie storiche della Chiesa vicentina, vol. V, Vicenza, 1954.
– “IL BERICO“, quotidiano della Provincia di Vicenza, 1880.
NOTE: 1) Con la legge Casati l’istruzione elementare era carico dei comuni ed era articolata in due cicli: un ciclo inferiore biennale, obbligatorio e gratuito, istituito nei luoghi dove ci fossero almeno cinquanta alunni in etΓ di frequenza, e un ciclo superiore, anch’esso biennale, presente solo nei comuni sede di istituti secondari o con popolazione superiore a 4000 abitanti.
2) NΓ¨ il giornale “Il Berico“, nΓ© il Mantese riportano il nome della protagonista della nostra storia ma si tratta, molto probabilmente, della maestra Giulia Brenna, titolare della II e III classe Elementare femminile nellβanno scolastico 1879-80, o della sua collega Margherita Parise titolare della I, II e III classe Elementare femminile nellβanno scolastico 1880-81, a Montebello.
FOTO: Ritratto di Margherita di Savoia Genova (1851-1926), Regina d’Italia (1878-1900) e moglie del Re d’Italia, Umberto I (rielaborazione grafica Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
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