16 giugno 2024: TRESIGALLO, COMACCHIO
TRESIGALLO
Tresigallo è un’affascinante località situata nella provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Questo piccolo centro, che conta circa 4.400 abitanti, è noto per la sua unica architettura razionalista che gli ha valso il titolo di “Città metafisica”. Immerso nella tranquilla Pianura Padana e bagnato dal Po di Volano, Tresigallo offre un viaggio nel tempo e nello spazio, unendo storia e modernità in modo sorprendente.
Fondato nel Medioevo, Tresigallo è stato un importante centro agricolo per secoli. I suoi campi erano lavorati da grandi famiglie contadine che abitavano nelle vicinanze. Le testimonianze storiche risalgono almeno al 1044, con la pieve dedicata a Sant’Apollinare che indica l’origine dall’Esarcato di Ravenna. Le sue strade e i suoi edifici raccontano storie di bonifiche e di famiglie nobili, come i Querini e i Pio di Savoia.
Negli anni ‘30 del XX secolo, Tresigallo fu trasformata grazie a Edmondo Rossoni, un nativo del luogo che volle ricostruire la città secondo i principi del razionalismo fascista. Questo restyling ha donato a Tresigallo un aspetto moderno e distintivo, con edifici dalle forme geometriche e colori armoniosi.
Oggi, passeggiare per Tresigallo significa immergersi in un museo a cielo aperto, dove ogni angolo offre una nuova prospettiva sull’arte e la storia. I visitatori possono esplorare il Palazzo Pio, ammirare le case razionaliste e godersi la tranquillità di un luogo che ha saputo preservare la sua essenza nel corso dei secoli. Tresigallo è una gemma nascosta che merita di essere scoperta e apprezzata.
EDMONDO ROSSONI: Un Viaggio Attraverso la Tempesta della Storia
Edmondo Rossoni, figura carismatica e controversa, superò con impeto e determinazione i tumultuosi decenni del primo Novecento italiano. Nato a Tresigallo, Ferrara, il 6 maggio 1884, la sua storia è un intreccio di idealismo, ribellione e metamorfosi politica che lo vede protagonista nelle turbolente vicende del socialismo, del sindacalismo rivoluzionario e infine del fascismo.
Rossoni iniziò il suo percorso politico nel Partito Socialista Italiano, dove si distinse fin da giovane per il suo fervore e la sua eloquenza. Dopo aver guidato una manifestazione operaia a Tresigallo, si trasferì a Milano, avvicinandosi al socialismo rivoluzionario di Arturo Labriola. Qui, tra il 1906 e il 1907, si impegnò in attività sindacali e giornalistiche, maturando una visione sempre più radicale che lo portò ad abbandonare il Partito Socialista per dedicarsi all’organizzazione sindacale.
Le sue attività sindacali gli costarono più volte la libertà. Nel 1908, condannato a quattro anni di reclusione, fuggì prima in Francia e poi in Brasile, dove continuò la sua opera di agitazione. Espulso dal Brasile, si stabilì negli Stati Uniti, dove, nonostante ulteriori arresti, riuscì a consolidare la sua posizione tra gli emigrati italiani, promuovendo una Camera del Lavoro per italoamericani nel 1913.
L’approccio di Rossoni al sindacalismo negli Stati Uniti mostrava una nuova sintesi tra lotta di classe e appartenenza nazionale, una combinazione che avrebbe caratterizzato la sua successiva carriera politica.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Rossoni abbracciò il nazionalismo interventista, vedendo nella guerra un’opportunità per grandi cambiamenti. Tornato in Italia, partecipò attivamente alla vita sindacale e politica, promuovendo un sindacalismo rivoluzionario che cercava di fondere le lotte operaie con un’idea di nazione.
Nel periodo post-bellico, Rossoni fu una figura chiave nella nascita dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), sostenendo una “conservazione rivoluzionaria” che integrasse la lotta di classe nella cornice della nazione. Tuttavia, il suo rapporto con il fascismo iniziò a prendere forma, mostrando un’evoluzione ideologica che lo avrebbe portato a diventare uno degli uomini più influenti del regime.
Nel 1921, Rossoni entrò nel sindacalismo fascista, guidato da Italo Balbo a Ferrara, e promosse la fusione delle organizzazioni sindacali sotto l’egida fascista. La sua posizione si consolidò ulteriormente con la marcia su Roma e la sua nomina a segretario generale della Confederazione Nazionale delle Corporazioni Fasciste (CNCS) nel 1922.
Nonostante le perplessità di Mussolini e le critiche da parte di industriali e agrari, Rossoni riuscì a mantenere una posizione di rilievo, propugnando un sindacalismo integrale fascista che mirava a unire lavoratori e padroni in una visione corporativa.
Le manovre denigratorie interne al regime e le tensioni con altri gerarchi fascisti portarono alla sua caduta nel 1928, ma non segnarono la fine della sua carriera. Dopo un breve periodo di emarginazione, Rossoni tornò a ricoprire ruoli di rilievo, diventando ministro dell’Agricoltura e Foreste nel 1935, dove gestì l’autarchia e le bonifiche.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Rossoni cercò di consolidare la propria posizione economica e personale, legandosi sempre più ai vertici del regime. Dopo il crollo del fascismo, si nascose in vari monasteri, riuscendo infine a fuggire in Canada. Tornato in Italia nel 1947, visse lontano dalla scena pubblica fino alla sua morte nel 1965.
Edmondo Rossoni rappresenta una figura emblematica dei contrasti e delle trasformazioni del primo Novecento italiano. La sua vita, ricca di episodi drammatici e svolte ideologiche, ci offre uno spaccato vivido di un’epoca in cui le passioni politiche e le lotte sociali ridefinivano il volto della nazione.
COMACCHIO (FE)
È una città magica situata nella regione Emilia-Romagna, nel nord Italia. Conosciuta come la “Piccola Venezia”, questa città affascinante è costruita su una serie di isole collegate da ponti pittoreschi. Passeggiare per le sue strade strette è come fare un viaggio indietro nel tempo.
Uno dei luoghi più iconici di Comacchio è il Trepponti, un ponte del XVII secolo che domina l’ingresso alla città. Con le sue cinque arcate e le scalinate ripide, il Trepponti offre una vista spettacolare sui canali sottostanti. Non lontano da qui, il Ponte degli Sbirri collega il centro storico alla splendida Cattedrale di San Cassiano, un altro gioiello architettonico della città.
Comacchio è famosa per le sue valli, grandi lagune salmastre dove viene raccolto il sale da secoli. Qui, i visitatori possono vedere gli antichi casoni di pesca e i lavoratori del sale, che con dedizione perpetuano tradizioni millenarie. Le valli sono anche un paradiso per gli amanti della natura, con numerose specie di uccelli che fanno di questo luogo la loro casa.
Non si può parlare di Comacchio senza menzionare la sua deliziosa cucina. Il piatto tipico è l’anguilla marinata, un sapore unico che riflette la stretta relazione della città con le sue acque. I ristoranti locali offrono una varietà di piatti a base di pesce fresco che lasciano un’impressione duratura sui visitatori.
Comacchio è un luogo dove la storia, la natura e la cultura si incontrano. Visitare questa città significa scoprire un pezzo d’Italia autentico e affascinante, che rimane nel cuore di chiunque la esplori.
Umberto Ravagnani
( L. 169 )