[417] LA VILLA DEI MALASPINA
UnβereditΓ offuscata dal tempo
Villa Malaspina, situata vicino al ponte sul torrente Chiampo, oggi si presenta come un edificio nascosto sotto il livello stradale. La sua posizione, un tempo strategica e dominante, Γ¨ stata compromessa dai lavori urbanistici avvenuti nei primi anni del Novecento. L’innalzamento della pubblica via, necessario per il rifacimento degli argini del Chiampo a causa delle frequenti alluvioni, ha trasformato il contesto paesaggistico, lasciando la villa quasi interrata rispetto alla strada, privandola di quella visibilitΓ che una volta sottolineava il suo prestigio.
Secondo le mappe del XVII secolo, Villa Malaspina era la dimora principale di un complesso ben piΓΉ vasto. La proprietΓ includeva barchesse, cantine e mulini, circondati da mura che proteggevano campi e orti. Questo tipo di organizzazione era tipico delle residenze nobiliari venete, che non solo servivano da abitazioni, ma erano veri e propri centri amministrativi per la gestione del territorio.β
Nel XVII secolo, il Veneto viveva ancora sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, unβepoca in cui lβaristocrazia terriera giocava un ruolo cruciale nel sostentamento economico della regione. La famiglia Malaspina, come molte altre dellβepoca, trovava nella villa non solo un luogo di rappresentanza, ma anche un efficace strumento per controllare le risorse agricole e i rapporti con le comunitΓ locali.
Tra il XVII e il XVIII secolo, la Serenissima attraversava un lento declino politico ed economico. Tuttavia, lβaristocrazia terriera riusciva ancora a mantenere un certo controllo sulle campagne venete. Le ville, come quella dei Malaspina, erano simboli di stabilitΓ e innovazione, spesso dotate di infrastrutture agricole allβavanguardia.
Con lβarrivo del XIX secolo, la situazione cambiΓ² drasticamente. La caduta della Repubblica di Venezia nel 1797 e il passaggio del Veneto allβImpero Austriaco portarono nuove sfide. Le grandi famiglie aristocratiche cominciarono a perdere terreno, letteralmente e metaforicamente. Lβannessione del Veneto al Regno dβItalia nel 1866 segnΓ² un ulteriore passo verso la modernizzazione, con la frammentazione delle grandi proprietΓ terriere e lβabbandono progressivo delle ville storiche.
Il blocco principale di Villa Malaspina si sviluppa su tre piani. La facciata settentrionale, quella rivolta verso la strada, conserva finestre con cornici cinquecentesche, disposte in modo asimmetrico, segno di unβarchitettura sobria ma ricercata. Altre aperture risultano oggi murate o modificate, testimonianza dei numerosi interventi subiti dallβedificio.
La facciata meridionale, che si affaccia su un piccolo giardino, Γ¨ piΓΉ semplice ma non priva di fascino. Due porte ad arco fungono da ingresso principale e conducono agli interni. Una volta varcata la soglia, si scopre un ambiente che ha subito profonde modifiche. Le ristrutturazioni degli anni Sessanta e Ottanta del Novecento hanno alterato la distribuzione originaria degli spazi, introducendo controsoffitti e solai rialzati per rispondere a esigenze moderne. Gli stucchi settecenteschi, che un tempo decoravano le stanze, sono purtroppo andati perduti, eliminando un importante elemento di valore artistico.
Di fronte alla villa, sullβaltro lato della strada, si erge la βCaneva del Marcheseβ, un edificio di grandi dimensioni che originariamente serviva da cantina. Successivamente, la Caneva fu probabilmente utilizzata anche come stalla e fienile, adattandosi alle esigenze produttive della tenuta. La sua relazione con la villa Γ¨ evidente nelle mappe storiche, che mostrano come questi edifici formassero un insieme coerente e funzionale.
Lβarchitettura della Caneva si distingue per il suo corpo longitudinale, affiancato da due torri βcolombareβ situate alle estremitΓ . Queste torri non erano solo elementi decorativi, ma avevano una funzione pratica: ospitavano i colombi, unβimportante risorsa alimentare e agricola dellβepoca. La facciata sud della Caneva Γ¨ particolarmente elegante, con due portali ad arco a tutto sesto e una finestra semicircolare al centro, collegati da una fascia in pietra bianca che aggiunge armonia alla composizione.
Come molte strutture storiche, anche la Caneva ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo. Oggi Γ¨ destinata a usi commerciali (ristorante The Towers), e le sue caratteristiche originarie sono in parte scomparse. Nonostante ciΓ², le torri colombare e la struttura generale rimangono visibili, offrendo un prezioso esempio di architettura rurale veneta che coniuga bellezza e funzionalitΓ .
Il declino delle ville venete, iniziato nel XIX secolo, Γ¨ un fenomeno strettamente legato ai cambiamenti politici ed economici dellβepoca. Molte famiglie nobiliari non furono in grado di adattarsi alle nuove condizioni, e le loro residenze, un tempo simboli di potere e ricchezza, furono abbandonate o trasformate per altri usi. Tuttavia, queste dimore conservano un valore storico e culturale inestimabile, rappresentando un capitolo fondamentale della storia del Veneto.
Villa Malaspina e la Caneva del Marchese sono testimonianze silenziose di un passato ricco e complesso. La villa e la Caneva meritano di essere riscoperti e raccontati, non solo per il loro valore architettonico, ma anche per il ruolo che hanno avuto nella storia del Veneto. Questi luoghi, seppur segnati dal tempo, conservano una memoria che puΓ² ancora emozionare e ispirare.
Umberto Ravagnani
NOTA: β La proprietΓ dei Malaspina viene ampiamente comprovata nel testamento del marchese Spinetta Malaspina datato 19 maggio 1660, in quel documento viene descritta cosΓ¬: βUna casa ora palazzo rifabricato e ampliato con Caneva, Fenile, Stalla, Arra, e Orti posto nella villa di Montebello Territorio Vicentino, nella ContrΓ della Centa appresso il Ponte, al qual confina verso mattina il Torrente Chiampo ovvero AldegΓ β¦β.
BIBLIOGRAFIA: L.Bedin, βSanta Maria di Montebelloβ Vol II, Montebello Vicentino 2018.
D.Battilotti, βVille venete : la provincia di Vicenzaβ, (a cura di).
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Unβaltra meraviglia di Montebello e..uno scempio urbanistico ( a mio avviso evitabile), orientando la discesa dal ponte sullβ argine destro del torrente fino al piano campagna. A quel tempo senza abitazioni, come spesso troviamo in diversi Comuni Veneti