ROSANNA ZANESCO

ROSANNA ZANESCO

[407] LA MAESTRA ROSANNA ZANESCO
La Maestra che ha cresciuto la generazione degli anni β€˜70 e β€˜80

Negli anni β€˜70 e β€˜80, l’Italia si trovava in una fase di grande cambiamento. La scuola rifletteva questa evoluzione, trasformandosi da istituzione rigida e autoritaria a luogo piΓΉ inclusivo e attento ai bisogni degli studenti. In questo contesto, la figura dell’insegnante assumeva un ruolo cruciale.
A Montebello Rosanna Zanesco, maestra di scuola elementare, Γ¨ stata una delle educatrici che hanno incarnato questa innovazione.
Con un approccio che combinava fermezza e sensibilitΓ , Rosanna Zanesco ha saputo instaurare con i suoi alunni un legame speciale. Le sue classi non erano semplicemente spazi di apprendimento, ma ambienti dove i bambini potevano esprimere se stessi, coltivare curiositΓ  e sviluppare il proprio potenziale. In un periodo in cui l’Italia stava evolvendo anche a livello economico e culturale, il ruolo di educatori come Rosanna era fondamentale per formare i cittadini del domani.
Qualche anno fa, Rosanna Zanesco ha rilasciato un’intervista a Maria Elena Dalla Gassa, in cui ha raccontato i suoi ricordi piΓΉ vividi della vita scolastica di quei tempi. Attraverso le sue parole, emergono l’entusiasmo, la dedizione e l’amore per il mestiere che l’hanno resa indimenticabile per molte generazioni. Con piacere riproponiamo oggi quell’intervista, invitando chi l’ha conosciuta a condividere i propri ricordi.

Β« La mia era una classe tutta femminile perchΓ© all’epoca le classi erano tutte maschili o tutte femminili. L’edificio scolastico aveva due entrate distinte a destra quella delle femmine e a sinistra quelle dei maschi. Anche il cortile era diviso.
L’aula era arredata dai banchi, quelli β€œdi una volta”, stravecchi, in legno, a due o piΓΉ posti, con buchi dove si incastrava il calamaio in cui intingevamo i pennini delle nostre penne a cannuccia.
Di fronte alle fila dei banchi rialzata su una pedana c’era la cattedra e a destra c’era la lavagna; sulla parete frontale, al centro, era appeso il Crocifisso. La scuola era molto cattolica il prete insegnava religione, non c’era nessun laico che la insegnasse. I maestri e le maestre avevano altre materie. Quando ero scolara la figura dell’insegnante era carismatica, autorevole e incisiva nella formazione e nell’educazione degli alunni da avere quasi un debito morale nei loro confronti e soprattutto non si potrΓ  mai disconoscere l’importanza e il ruolo prezioso che i maestri hanno avuto nella propria vita. Io ho voluto diventare insegnante anche per questo e per l’amore per i bambini.
Personalmente, nel corso dei cinque anni delle elementari, ricordo benissimo tutte le mie maestre. I primi tre anni ho avuto la maestra Caterina Bergami era una mastra che sapeva insegnare con autorevolezza e per incentivare le scolare dava dei premi. Io ne ho presi piΓΉ di uno in matematica. Quando non ho piΓΉ avuto la maestra Bergami ne Γ¨ arrivata una che non ti insegnava molto faceva recitare sempre le preghiere e ti faceva fare sempre riassunti, ho fatto tantissimi riassunti, mi ricordo in particolare quelli delle fiabe di Andersen.
In quinta elementare per fortuna Γ¨ arrivata la maestra Teresa Nicoletti, la quinta era un anno importante e bisognava essere preparate molto bene perchΓ© se volevi andare alle Medie dovevi sostenere un esame di ammissione. Era difficile questo esame, si veniva bocciati e non potevi ripeterlo piΓΉ di un paio di volte.
Ho superato l’esame di ammissione e ho potuto andare alle Medie qua a Montebello.
Era il primo anno che c’erano le Scuole Medie in paese. Erano nell’edificio proprio vicino alla scuola Elementare.
In prima la classe era mista poi dalla seconda sono stati divisi i maschi dalle femmine in due sezioni distinte. Finite le medie mi sono iscritta alle Magistrali.
Dopo diplomata e prima di entrare di ruolo alle elementari di Montebello ho insegnato per tre anni al doposcuola sempre situato in questa scuola ed ero pagata dal Patronato scolastico. Mi ricordo si teneva un registro e il sabato il direttore, che era Cavallaro, veniva per vedere controllare cosa si era fatto. Quando ho superato il concorso nel 1973 sono stata due anni a Chiampo e poi sono venuta a Montebello e ho sempre insegnato qui fino alla pensione. Β» (Da “LA VECCHIA SCUOLA ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO” di Ottorino Gianesato, Umberto Ravagnani e Maria Elena Dalla Gassa).

FOTO: Anno scolastico 1985-86, classe Ia mista. La maestra era Rosanna ZanescoΒ (cortesia Rosanna Zanesco).

Umberto Ravagnani

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Un commento

  1. Maria Luisa Guarda

    Non sono mai stata una scolara modello. Mia mamma mi mandava il pomeriggio a casa di ANNAROSA (così la chiamavo) e con lei facevo i compiti, come me li spiegava lei era tutto più semplice. Ancora oggi è sempre un piacere scambiare quattro chiacchiere con lei. Brava maestra

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