IL VIOLINO E IL DESTINO

IL VIOLINO E IL DESTINO

[399] IL VIOLINO E IL DESTINO
Walter Starkie e la magia degli zingari

Durante la prima Guerra Mondiale, a Montebello Vicentino, c’era un campo di prigioniaΒ situato nei pressi della Chiesetta di Sant’Egidio, a ridosso del torrente GuΓ . Era gestito dall’esercito inglese e veniva utilizzato principalmente per far svolgere lavori di ogni tipo ai prigionieri. Walter Starkie, noto studioso, scrittore e musicista irlandese, trovΓ² una connessione profonda e duratura con un gruppo di zingari ungheresi proprio in questo campo di detenzione.
Affetto da asma cronica, Starkie fu inviato nel clima piΓΉ mite dell’Italia, dove si unΓ¬ all’YMCA1 per fornire intrattenimento alle truppe britanniche. Nel 1918, durante il suo girovagare nel Veneto, approdΓ² al campo di prigionia di Montebello, dove incontrΓ² cinque prigionieri di guerra ungheresi, zingari di nascita, e la sua vita cambiΓ² per sempre. Questa Γ¨ la vera storia di quell’episodio sconvolgente.
Montebello Vicentino era una cittadina che Walter Starkie avrebbe conosciuto intimamente. Un giorno, dopo un recital di violino in una baracca dell’YMCA, notΓ² cinque uomini che indugiavano vicino alla porta. Questi uomini erano prigionieri austriaci impiegati in lavori pesanti dalle autoritΓ  britanniche. Starkie riconobbe subito i tratti distintivi degli zingari nei loro occhi penetranti e nella pelle scura come il mogano.
Uno di loro, facendosi portavoce del gruppo, chiese di esaminare il violino di Starkie. Lo prese con una reverenza quasi religiosa, esaminandolo come un tesoro inestimabile. I suoi compagni si affollarono attorno a lui, parlando animatamente in una lingua che Starkie immaginava fosse magiaro. Nei minuti successivi, studiarono il violino con attenzione maniacale, pizzicando le corde e manipolando l’archetto con gesti precisi. Il portavoce del gruppo spiegΓ² a Starkie che loro erano musicisti Rom arruolati nell’esercito austriaco. Chiesero a Starkie di intercedere presso l’ufficiale britannico per ottenere della legna da vecchie casse da imballaggio. La ragione era semplice: volevano costruire dei violini per poter suonare. La musica, per loro, non era solo un passatempo, ma una necessitΓ  vitale. Per gli zingari il suonare il violino rappresentava la danza della vita. Senza musica, un prigioniero zingaro ungherese avrebbe rischiato di morire di malinconia. Starkie, toccato dalla loro richiesta, si recΓ² immediatamente al deposito piΓΉ vicino, a Tavernelle, raccolse tutto il necessario: casse vuote, fili, resina e consegnΓ² loro il tutto.
Circa dieci giorni dopo, Starkie tornΓ² a Montebello e rimase stupefatto nel vedere che i cinque zingari avevano trasformato le casse da imballaggio in violini. La loro musica, selvaggia e diabolica, sembrava permeare l’aria stessa. I ritmi frenetici infettavano persino gli impassibili soldati britannici, che si ritrovavano a danzare come dervisci.2 Il colonnello del campo dovette intervenire per limitare le esibizioni dei violinisti zingari, timoroso che la disciplina potesse venir meno. I violini, costruiti in modo rudimentale, avevano un potere ipnotico. Starkie, profondamente affascinato, si ritrovava a fissarli, quasi in trance. Uno dei violinisti, di nome Farkas, lo invitΓ² a visitare la Transilvania, la terra natale dei violini. Farkas gli raccontΓ² una storia miracolosa sull’origine del violino, legata al diavolo e a una fanciulla della Transilvania.
« Una giovane e bella fanciulla della Transilvania, evitata per essere ritenuta stregata, sospirava incessantemente per un contadino che non la notava. Una zingara le offrΓ¬ uno strumento magico, ma a un costo terribile: β€œDevi darmi tuo padre, tua madre e i tuoi quattro fratelli.” La ragazza, stregata e disperata, accettΓ² senza esitazione. La zingara, che in realtΓ  era il diavolo, creΓ² il violino dal corpo del padre, l’arco dai capelli della madre e le corde dai quattro fratelli. β€œSuona questo violino nell’orecchio del giovane,” disse, β€œe lui ti seguirΓ  ovunque.” La giovane obbedΓ¬, e il contadino, incantato, la seguΓ¬. Felici, stavano tornando a casa quando il diavolo apparve reclamando il suo tributo: β€œVenite con me all’inferno.” E cosΓ¬ fu. Il violino rimase nella foresta finchΓ© un giorno uno zingaro lo trovΓ². Da allora, suona in tutto il mondo, facendo impazzire chiunque lo ascolti e custodendo il segreto dello strumento maledetto. Β»
Questa storia, intrisa di mistero e magia, affascinΓ² Starkie, che sentΓ¬ una relazione sempre piΓΉ forte con il mondo degli zingari. Farkas insegnΓ² a Starkie molte melodie magiare, e presto i due svilupparono un rapporto profondo. Un giorno, Farkas chiese a Starkie di diventare suo fratello di sangue. Dopo una cerimonia solenne, i due condivisero il loro sangue, sancendo un legame che avrebbe segnato la vita di Starkie per sempre. Farkas gli diede una moneta d’argento e Starkie avrebbe dovuto regalare a lui, entro 10 anni, una moneta dello stesso metallo per completare la cerimonia.
Negli anni seguenti, Starkie continuΓ² a sentire la presenza di Farkas. Anche durante le sue lezioni universitarie, le diaboliche melodie di Farkas invadevano la sua mente, risvegliando in lui il desiderio di tornare alle pianure ungheresi.
Nel marzo del 1929, Starkie ebbe un sogno telepatico in cui vide Farkas che lo chiamava disperatamente. SentΓ¬ il bisogno di mantenere la promessa fatta dieci anni prima. Decise quindi di partire per l’Ungheria e la Transilvania, alla ricerca del suo fratello di sangue. Durante il viaggio, Starkie contattΓ² molti violinisti zingari, ma non trovΓ² mai Farkas. ScoprΓ¬ poi da un violinista zingaro di nome Rostas che Farkas era morto di febbre proprio la notte del 19 marzo 1929, la stessa notte del suo sogno. Rostas divenne un caro amico di Starkie, e insieme vagarono per la campagna, condividendo storie e musiche. Starkie comprese che la connessione tra lui e Farkas era piΓΉ profonda di quanto avesse mai immaginato, un legame che trascendeva il tempo e lo spazio.
Walter Starkie raccontΓ² la sua avventura nel libro β€œRaggle-Taggle”3, pubblicato nel 1933 e, in forma piΓΉ approfondita, nella sua autobiografia β€œScholars and Gypsies”, pubblicata nel 1963. La sua storia con i cinque zingari ungheresi Γ¨ un racconto di magia, musica e destino. È la testimonianza di come la musica possa unire mondi diversi e creare legami indissolubili.
La vita di Starkie fu per sempre cambiata da quell’incontro a Montebello, un incontro che gli fece scoprire la potenza della musica e la profonditΓ  dei legami umani. La sua storia continua a ispirare, ricordandoci che la magia puΓ² trovarsi nei luoghi piΓΉ inaspettati e che la musica ha il potere di trasformare le nostre vite.

Umberto Ravagnani

FONTE: Libera traduzione di Umberto Ravagnani dall’autobiografia di Walter Starkie “Scholars and Gypsies“, London, 1963. Un grazie all’amico Luca Balsemin per avermi dato informazioni sul reperimento del libro di Walter Starkie.
NOTE: 1) Y.M.C.A = Young Men’s Christian Association. È un’associazione cristiana per giovani fondata da George Williams nel lontano 1844. Era nata per tenere i giovani lontano dalla cattiva strada (alcool, droghe, locali malfamati, prostitute. gioco d’azzardo illegale).
2) La danza frenetica dei dervisci ha le sue origini in Turchia nel XIII secolo.
3) Raggle-Taggle Γ¨ una ballata tradizionale irlandese e il titolo di uno dei libri di Walter Starkie.
FOTO: Uno dei cartelloni che Walter Starkie usava nelle sue esibizioni.

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